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Quando l’impossibile
diventa possibile

La terapia ricreativa del Dynamo Camp tra le colline di Pistoia

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PISTOIA

Un bambino. Vicino a lui un gruppo di adulti. Davanti a loro una parete alta e disseminata di appigli di varia forma e colore. Sì, si tratta di una parete da arrampicata. Il bambino guarda un po’ incuriosito e un po’ impaurito ciò che ha davanti, mentre gli adulti intorno a lui lo rassicurano e intanto lo equipaggiano per la scalata: caschetto, cinghie, corde e tutto ciò che serve.

Il bambino si trova in una situazione assolutamente nuova: fino a poco tempo fa era costretto in un letto d’ospedale, lottando con una grave malattia. Ora è qui, che si accinge a compiere un’impresa che non avrebbe mai immaginato di vivere. Lentamente, assistito e protetto dalle persone che gli sono intorno, comincia a salire. Un appiglio, incerto, poi il secondo e via via il coraggio si fa strada insieme a lui. Arrivato in cima, il bambino si sente un’altra persona: guarda con stupore e gratitudine i ragazzi che l’hanno accompagnato fin lì che restituiscono i sorrisi e gli dicono “Sì, sei proprio tu che l’hai fatto! Hai visto che era possibile?”.

Possibile, una parola importante qui. Siamo al Dynamo Camp, un centro per la terapia ricreativa per bambini affetti da patologie gravi o croniche che si pone come principale obiettivo, proprio quello di rendere possibile qualcosa che non lo sembrava. Come la possibilità di vivere l’infanzia con spensieratezza e con il sorriso, di rafforzare la fiducia in se stessi e scalare, proprio come la parete d’arrampicata, i limiti posti dalla malattia. L’arrampicata diventa quindi metafora di un percorso di vita che porta ad allargare la zona di comfort di tutti i bambini che hanno la possibilità di vivere un’esperienza al Camp. E proprio all’attività dell’arrampicata ha contribuito anche la Chiesa Valdese grazie a un finanziamento dell’Otto per Mille, con una parete inserita nel parco avventura all’aperto e parte dell’attività dei campi estivi.

SEMPRE PIÙ IN ALTO

Limestre, sull’Appennino tosco-emiliano, in provincia di Pistoia. Qui, all’interno di un’oasi WWF di 900 ettari, sorge Dynamo Camp. In mezzo al verde e all’interno di strutture architettonicamente all’avanguardia, si svolgono le molteplici attività che vanno dall’arrampicata ai laboratori artistici, passando per le attività con gli animali e molto altro ancora. Sono passati ormai 10 anni dal primo Camp e, da allora, la struttura ha ospitato gratuitamente 6570 bambini in programmi per soli Campers, 6470 bambini, ragazzi e genitori nei programmi per famiglie e ha raggiunto oltre 16.000 bambini in Out-reach, ovvero con le attività che Dynamo Camp organizza fuori dalla propria struttura, raggiungendo ospedali, centri e case famiglia.

LA TERAPIA RICREATIVA

A monte dell’attività di Dynamo Camp c’è il concetto di terapia ricreativa. Le attività proposte hanno l’obiettivo di lasciare la malattia sullo sfondo e permettere ai bambini di essere semplicemente quello che sono: bambini con il proprio bisogno di divertirsi, di ridere, di stare con gli altri. In breve, ci si concentra sulle possibilità e non sulle privazioni che pone la malattia.

Ogni esperienza è pensata e progettata per offrire, in un ambiente protetto, la possibilità di scoprire nuove potenzialità e possibilità di apprendimento che cambiano, spesso in modo permanente, la capacità di confrontarsi con la propria patologia. Tutte le attività della terapia ricreativa sono concepite come sfide personali, costruttive, ma senza elementi di competizione. Ai bambini viene data la scelta del ritmo a cui procedere e del limite a cui spingersi: non te la senti di scalare tutta la parete? Non importa, questa non è una gara.

Ogni obiettivo viene inseguito attraverso l’impegno personale e la collaborazione del gruppo: attività individuali e collettive sono attentamente bilanciate. Inoltre, subito dopo l’attività, i bambini sono invitati a una riflessione sugli obiettivi che han no raggiunto, sul percorso che ce li ha portati e sul significato del loro successo. Questa presa di coscienza li porta a una consapevolezza preziosa che si ripercuote positivamente sulle sfide che si troveranno ad affrontare successivamente.

Ma chi può andare al Dynamo Camp? Dettaglio importante: il soggiorno è completamente gratuito. La selezione dei minori che possono accedere ai camp avviene esclusivamente attraverso criteri medici. L’attività di reclutamento o “recruiting” è svolta da un apposito Comitato Medico che, da un lato, determina il numero e la tipologia delle malattie ammissibili al Camp, dall’altro prende in esame le richieste che arrivano da ospedali e altre strutture sanitarie, decretando in base alla cartella clinica dei minori chi può essere ammesso. Nei primi anni di attività Dynamo Camp ha accolto principalmente minori affetti da patologie oncologiche o ematologiche, per poi estendersi, a partire dal 2010, a quelle neurologiche. Da allora si è lavorato costantemente per allargare il campo e integrare sempre più bambini con le più diverse patologie.

LA TERAPIA RICREATIVA

Dynamo Camp ha aperto la sua attività nel 2007, ma per raccontarne la storia bisogna fare un salto indietro nel tempo. Stati Uniti, 1988: l’attore Paul Newman fonda nel Connecticut il primo Camp per bambini affetti da patologie, dando origine all’associazione “Hole in the wall” che espande il modello negli Stati Uniti prima e nel resto del mondo successivamente. Mettendo a frutto le notevoli capacità imprenditoriali e utilizzandole nel campo del sociale, Paul Newman riesce a esportare un modello basato sulla terapia ricreativa per offrire ai bambini affetti da una varietà di patologie uno spazio in cui riappropriarsi della propria infanzia e uno strumento per superare le difficoltà legate alla malattia. La rete oggi ha un altro nome e si chiama “Serious fun” a sottolineare come il divertimento dei ragazzi sia al centro di attività che vengono pensate e realizzate con la massima cura e, appunto, serietà.

Questo modello approda in Italia grazie all’intuizione dell’industriale del settore metallurgico Vincenzo Manes. Impegnato in numerose attività filantropiche, viene a conoscenza dell’esistenza del network americano e decide di prenderne parte. Dà così vita a Dynamo Camp che apre le sue attività nel 2007, ospitando due camp per un totale di 60 bambini. In dieci anni, la crescita è stata esponenziale.

LE ATTIVITÀ

Dynamo Camp ha aperto la sua attività nel 2007, ma per raccontarne la storia bisogna fare un salto indietro nel tempo. Stati Uniti, 1988: l’attore Paul Newman fonda nel Connecticut il primo Camp per bambini affetti da patologie, dando origine all’associazione “Hole in the wall” che espande il modello negli Stati Uniti prima e nel resto del mondo successivamente. Mettendo a frutto le notevoli capacità imprenditoriali e utilizzandole nel campo del sociale, Paul Newman riesce a esportare un modello basato sulla terapia ricreativa per offrire ai bambini affetti da una varietà di patologie uno spazio in cui riappropriarsi della propria infanzia e uno strumento per superare le difficoltà legate alla malattia. La rete oggi ha un altro nome e si chiama “Serious fun” a sottolineare come il divertimento dei ragazzi sia al centro di attività che vengono pensate e realizzate con la massima cura e, appunto, serietà.

Questo modello approda in Italia grazie all’intuizione dell’industriale del settore metallurgico Vincenzo Manes. Impegnato in numerose attività filantropiche, viene a conoscenza dell’esistenza del network americano e decide di prenderne parte. Dà così vita a Dynamo Camp che apre le sue attività nel 2007, ospitando due camp per un totale di 60 bambini. In dieci anni, la crescita è stata esponenziale.

Siamo partiti dall’attività dell’arrampicata perché particolarmente significativa per la spiegazione del concetto di terapia ricreativa. Ma l’arrampicata non è naturalmente l’unica proposta del Camp. Molte sono le attività possibili, molto diverse tra loro ma accomunate dal fatto di essere pensate e realizzate per essere accessibili a tutti i partecipanti e supervisionate da personale qualificato che garantisce la massima sicurezza. Qui i bambini hanno la possibilità di compiere esperienze mai fatte prima, grazie alla capacità del Camp di offrire opportunità che arginano gli ostacoli più consueti. Un esempio sono le attività in acqua, che si svolgono in una struttura dotata di vasche adeguatamente riscaldate e fornite di scivoli d’accesso per rendere possibile a tutti il divertimento nella massima sicurezza. Sempre in ambito sportivo c’è il tiro con l’arco, dove i partecipanti possono raggiungere i loro obiettivi in vari modi: imparando a reggere l’arco, a prendere la mira e a scoccare la freccia per centrare il bersaglio.

Altra attività di grande impatto è quella del circo, nella quale artisti circensi e insegnanti di teatro guidano i bambini e i ragazzi alla ricerca della loro espressività attraverso percorsi di giocoleria, mimo e clownerie.
A Dynamo Camp è presente anche il mondo dell’arte che, con il progetto “Art Factory” , ha portato fino a oggi oltre 70 artisti a donare il loro tempo e il loro genio per sviluppare insieme ai bambini progetti artistici ad hoc che sono raccolti nella splendida Dynamo Gallery.

E poi Radio Dynamo, uno studio radiofonico che coinvolge gli ospiti del camp nella realizzazione di piccoli programmi radiofonici. Su temi proposti dallo staff, bambini e ragazzi si divertono nella redazione di testi che poi vengono letti e registrati nello studio e trasmessi on-air in tutto il Camp. un esempio di come la radio possa rappresentare intrattenimento e terapia, basandosi sul potere della parola e della musica, racchiudendo anche in questo caso i principi basilari della terapia ricreativa.

Un fiore all’occhiello delle attività proposte da Dynamo Camp è senza dubbio la Terapia Ricreativa con gli animali: spesso i bambini non hanno l’opportunità di avere un contatto diretto con loro, perchè costretti nel letto di ospedale per lunghi periodi o, più semplicemente, perché vivono in grandi città. Nel Camp una piccola fattoria accogliente e colorata ospita l’attività di equitazione con la possibilità di cavalcare sia al coperto che all’aperto. Anche i cani sono protagonisti di questa attività: sono i Dynamo Dogs, golden retriever nati nel camp e appositamente addestrati allo scopo di interagire con i bambini.

I VOLONTARI

Ma chi e che cosa rende possibile rendere Dynamo Camp un luogo in cui i bambini possono, in parte, dimenticare i loro problemi di salute e pensare soltanto a divertirsi? Tutto ciò non sarebbe possibile senza l’apporto di una squadra numerosa e affiatata che lavora a un progetto e un’idea comuni. Sono 54 i dipendenti che lavorano in modo stabile per Dynamo Camp: gli uffici di Milano sono dedicati alla raccolta fondi, alla comunicazione e all’organizzazione eventi, mentre nel Camp di Limestre sono impiegati gli addetti alle risorse umane, al recruiting, al rapporto con ospedali e associazioni e all’organizzazione operativa del Camp.

Oltre ai dipendenti è prezioso l’apporto dei volontari (oltre 800 ogni anno) e dello staff di sessione (75 persone solo nel 2017) per la realizzazione dei programmi.
Le richieste dei volontari superano di molto ogni anno le necessità del Camp: il che comporta un’accurata opera di selezione di coloro che, dopo un periodo di formazione, saranno pronti per gestire le necessità e le problematiche dei bambini con patologie gravi o croniche. La formazione punta a fornire ai volontari gli strumenti conoscitivi per relazionarsi in modo efficace e positivo ai bambini e alla loro malattia, cercando di trasmettere allo stesso tempo gli obiettivi del Camp: contribuire a rafforzare l’autonomia e la fiducia in se stessi dei bambini e il favorire le nuove amicizie mettendo in evidenza il valore della collaborazione e il sostegno reciproco per affrontare le difficoltà. Alcuni ragazzi, dopo essere stati ospiti del Camp, hanno sentito il desiderio di continuare a frequentarlo e hanno intrapreso il percorso per diventare volontari.

Le attività di Dynamo Camp si sostengono con una molteplicità di finanziamenti, oltre a quello dell’Otto per Mille Valdese: donazioni di individui, imprese, fondazioni ed enti pubblici. La raccolta fondi si basa su un modello di scuola americana “per obiettivi”. Nel corso degli anni la composizione dei finanziamenti ha teso a un sostanziale equilibrio nel reperimento delle risorse tra i soggetti donatori. Nel 2016 i proventi di Dynamo Camp Onlus hanno raggiunto i 4,61 milioni di euro e solo l’1% è arrivato da finanziamento pubblico.

“Sembra il mondo dell’impossibile” che invece, qui, ogni giorno diventa possibile.

LE FAMIGLIE

Naturalmente al centro del progetto ci sono i bambini, le loro esigenze e il loro divertimento. Ma non sono soltanto loro a beneficiare degli effetti virtuosi della Terapia Ricreativa: infatti anche le famiglie hanno un coinvolgimento negli effetti positivi portati dalla frequentazione del Camp. L’obiettivo delle attività è infatti non solo quello di offrire un periodo di svago, ma soprattutto quello di fornire, a chi lo frequenta, degli strumenti che possano migliorare la vita di tutti i giorni una volta lasciato il Camp. Alcune sessioni sono pensate per il coinvolgimento diretto delle famiglie: anche loro, oltre ai bambini, possono mettere sullo sfondo la patologìa e godersi una vacanza che lascerà tracce positive.

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