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Cambiare la società
lavorando la terra
La storia della formazione primaria nei campi profughi palestinesi a Beirut, in Libano
BASILICATA
ITALIA
Questa è una storia che racconta di migrazioni, di agricoltura e di tradizioni. Una storia tutta italiana, come cento altre, sospesa tra il passato e il futuro, con i piedi piantati nel presente. Una storia cilentana.
Come una coperta stesa sull’erba, il Cilento si estende in modo irregolare attraverso la Provincia di Salerno, fino a lambire ad est e a sud la Basilicata. In mezzo, incastonato nel profilo delle sue montagne e contenuto ad ovest dal mare e ad est dal Vallo di Diano, il Parco Nazionale.
Aggrappati sui monti, i vecchi paesi sonnecchiano in attesa di qualcosa che non sembra giungere mai. Più a valle ogni paese genera un proprio riflesso di modernità, tempestato di costruzioni frutto delle rimesse delle tante ondate di migranti che hanno lasciato quella terra per i tanti nord. Riflessi che si ergono a ricordare indelebilmente il recente passato e il presente di quel territorio.
Una ferita aperta, ambivalente, quella dell’emigrazione: processo di riscatto per una generazione di contadini e oggi luogo incerto delle speranze di chi ancora lascia la propria terra. Sono in molti ad essersene andati, dal Cilento. In molti paesi, ci raccontano, la generazione dei trentenni si è fatta sottile sottile.
Ai tavoli dei bar ci sono gli anziani, per la strada giocano i bambini. Tutto intorno i ritmi lenti ma cadenzati della vita. Alcuni, giovani e meno giovani, ritornano. Molti di quelli con cui parliamo hanno vissuto per periodi più o meno lunghi nel nord Italia. Terra ferita, il Cilento. Terra introspettiva.
Proprio in un contesto come questo mettono radice nuove esperienze, che parlano lingue diverse ma antiche, con i piedi piantati nella storia millenaria di quel luogo e gli occhi che si alzano verso il domani. Lingue che coniugano i dialetti orali della tradizione e una vita inserita nell’oggi, senza rimpianti verso mitologie del passato o rincorse verso utopie irrealizzabili.
Qui ed ora, mani che odorano di terra, energie che traggono spunto dalla crisi. Che si fanno insieme radice e gemma.
Resilienza. Capacità di rispondere ad un urto che dura da generazioni. Resilienza e terra.
Terra di Resilienza. Nel lembo a sud-est del Parco, tra i comuni di Morigerati e Caselle in Pittari prende vita la nostra storia.
Le tante strade di Barikamà.
Ritornare alla terra con premesse nuove.
L’esperienza dell’orto al Casale di Martignano