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Emergenza Siria
Il programma di aiuti dell’Otto per Mille valdese e metodista per la popolazione siriana colpita dal conflitto
SIRIA
Tra il 2013 e il 2014 l’Otto per Mille valdese e metodista ha investito nella gestione della crisi siriana oltre un milione di euro per progetti di sostegno alla popolazione colpita dal conflitto in Siria, Libano e Giordania.
Un impegno portato avanti con organizzazioni italiane ed internazionali per la gestione dell’emergenza e la ricostruzione di un’idea di futuro.
Questa è la storia del Programma Siria dell’Otto per Mille valdese e metodista e dei progetti sostenuti con i soldi degli italiani per il soccorso ai rifugiati di una delle guerre più tragiche e dimenticate al mondo. Perché, nonostante tutto, si possa ancora guardare ad un domani.
Ci sono anniversari intrisi di sangue e polvere. Il 15 marzo 2014 ricorrevano tre anni dall’inizio della guerra in Siria e per un momento uno dei conflitti più sanguinosi e devastanti degli ultimi anni è riemerso dall’oscurità dentro cui è costretto.
La crisi siriana è certamente difficile da raccontare perché al suo interno si svolgono conflitti di diversa natura. E così spesso le notizie che giungono da quell’area sono confinate nelle capacità di comunicazione degli operatori umanitari che, nonostante tutto, provano a gestire la follia di un paese dilaniato. Notizie che si tramutano in frammenti senza contesto che provano a colpire l’attenzione di un pubblico che sempre più facilmente si abitua all’orrore.
Un paese dilaniato, dicevamo. Un paese che, giorno dopo giorno, settimana dopo settimana, mese dopo mese ha cambiato volto trasformandosi nel fantasma di se stesso. Parallelamente alle sorti del conflitto e ai ripetuti cambi di fronte, il paese fantasma ha prodotto un’unica vera certezza, un’onda che è progressivamente cresciuta: la crisi umanitaria ha superato i confini del paese, coinvolgendo l’intera regione.
Proprio la dimensione dell’emergenza umanitaria in atto ha destato seria preoccupazione da parte delle molte agenzie impegnate nell’accoglienza sul campo.
La crisi umanitaria in Siria dura da tre anni e la stima del costo della sua gestione da parte della comunità internazionale è di circa 4,2 miliardi di dollari. Per ora le Nazioni Unite hanno raccolto solo circa il 14% del necessario. Questo perché certamente la crisi siriana è scivolata in modo progressivo verso una sorta di macabra normalità: di Siria si parla poco, in modo generico e dimenticando troppo spesso il vero centro dell’emergenza, ovvero le persone intrappolate nel conflitto, le cui vite ad un certo punto di questa triste storia si sono fermate, congelate in attesa di una fine.
E così l’emergenza diventa cronica, si insinua nella vita di milioni di persone siriane, palestinesi, libanesi, giordane, irachene; diventa compagna di vita, il limite al sogno della riconquista di una normalità.
Come provare a scuotere questo limite, spingendolo ostinatamente un passo più avanti?
Dal 2013 l’Ufficio Otto per Mille valdese e metodista ha avviato una gestione più strutturata degli interventi in situazioni di emergenza, costruendo per la crisi siriana un vero e proprio mini-programma con una rete composita di partner italiani ed internazionali.
Si tratta di un cambio di prospettiva importante: per la prima volta una chiesa di minoranza italiana riesce a costruire e gestire un programma di interventi all’estero, nel suo piccolo ambizioso. La cifra stanziata per gli aiuti nel contesto regionale della crisi siriana ha infatti superato il milione di euro, tra gestione dell’emergenza e ricostruzione di spazi di normalità per le vittime.
In particolare nel 2013 sono stati stanziati quasi 200.000 euro per sostenere un centro di assistenza che si occupa di riabilitazione per bambini con handicap, sostegno psico-sociale alle madri e alle famiglie e distribuzione di aiuti alimentari, gestito dalla Cooperativa Armadilla di Roma. Oltre i confini siriani, invece, sono stati investiti più di 550.000 euro per il sostegno ai profughi in Libano portato avanti di due organizzazioni internazionali: Oxfam Italia e HEKS. Circa 23.000 euro invece sono andati per un progetto simile in Giordania curato dall’organizzazione Un ponte per….
Nel 2014 sono stati poi stanziati ulteriori 250.000 euro per progetti nel settore della salute materno-infantile e dell’accoglienza dei profughi al di fuori dei campi di accoglienza curati da Armadilla in partenariato con la Makhzoumi Foundation in Libano e dalla Organizzazione non goverantiva Vento di Terra in Giordania.
Grande speranza arriva anche dai medici e specialisti che decidono di rispondere alla chiamata dell’Iismas per condividere l’esperienza del lavoro nei paesi più poveri. Professionisti che dimostrano non solo disponibilità ma anche umiltà, perché non si va in Africa per insegnare, ma soprattutto per imparare, ascoltare, capire come si diffondono certe malattie per poi studiarle e insegnarle nelle università italiane ed europee nell’ottica di una condivisione e solidarietà scientifica e clinica, ma soprattutto etica ed umana.
L’obiettivo generale del progetto portato avanti dall’Iismas è contribuire al miglioramento delle condizioni di salute in Etiopia, in particolare della popolazione della regione del Tigray e dei rifugiati eritrei e somali accolti presso i campi profughi nella zona di Sheraro, attraverso la formazione, la diagnosi, la cura, la prevenzione delle malattie infettivo-diffusive e la promozione della salute materno infantile. Obiettivo supportato dall’ 8×1000 della Chiesa valdese.
Un programma di interventi articolato in Siria, Libano e Giordania, nel centro e nella periferia del conflitto. E proprio dal centro di questa crisi, dalla città di Damasco resa irriconoscibile dalle bombe e dagli scontri, partirà il nostro viaggio.
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